sabato 22 maggio 2010

Capitolo primo


Come tutte le persone sulla faccia della terra, anche io ho sempre pensato di scrivere un libro sulla mia vita, perché come tutte le persone sulla  faccia della terra anch’io ho sempre pensato che la mia vita fosse interessante.
Ma non l’ho mai fatto. Fino ad ora. Jack mi ha ispirato! Leggere un libro scritto in prima persona da uno scrittore che, quindi, si descrive come tale, mi ha dato quella spinta in più che ancora mi mancava. O forse è solo che non ho alcuna voglia di studiare e allora mi metto a scrivere.
Interessante o meno, questo è quello che fu.

Correva l’anno 1985. Mia madre stava sdraiata sul lettino dell’ospedale col suo bel pancione con me stessa a bordo e con lo stato d’animo di chi è al nono mese di gravidanza e pensa che tutto stia andando bene. Il dottore, già incappottato, viene a salutarla prima di tornarsene a casa dalla sua famiglia, fa per andarsene ma poi torna indietro e dice: “Ma dai, prima di andare le do una controllatina, non si sa mai…”. Quello che seguì dopo mia madre non sa raccontarmelo, mi ha semplicemente riferito che ci fu un viavai di infermieri, uno sbattimento del dottore, uno sfilamento del cappotto, la sala operatoria, e poi…il giorno dopo. Alla legittima domanda da parte di mia madre: “Cchi fu?” le parole del dottore “Se fossi andato via ieri, ora non ci sareste né lei né la bambina” non valsero a spiegare chiaramente l’accaduto. No! È stato necessario che il dottore mi sputtanasse davanti a mia madre, voglio dire, l’ho appena conosciuta, non farmi fare brutta figura! e invece le va a spifferare che io ho avuto fretta di nascere e con un pugno le ho spaccato l’utero, onde per cui sono nata con la manina nera per via del conseguente blocco di circolazione al polso. Ecco, adesso io dico, che diamine, chi te l’ha detto, signor dottore, che io avevo fretta di nascere? Non poteva essere invece che io ti avevo visto guardare dentro e ti volevo salutare? Quello che tu hai etichettato come “pugno” poteva essere benissimo un “dammi il cinque”  non credi? O magari  volevo solo fare una carezza alla mia mamma per ringraziarla di avermi tenuto in lei per nove mesi. Un po’ di fantasia no?
Era il 4 ottobre del 1985, e io compivo già il mio primo danno al mondo.

1 commento:

  1. Io e M.Pia abbiamo riso di gusto per il tuo primo malanno. Carino e spiritoso l'inizio del tuo libro. Continui a ....fare guai...??? Ciao Fausto

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